Oggi tutti, improvvisamente, si ricordano dell’importanza delle donne perché si è stabilito che è oggi il giorno per festeggiarle. Il business delle mimose è alle stelle, ma come sapete, non amo essere generalista, omologata.
Vi scrivo oggi perché so che molte di voi tengono agli auguri e probabilmente avrete voglia di leggere il mio umile pensiero per voi.
Le Donne con la “D” sono rimaste davvero poche e io a queste Donne voglio rivolgere la mia stima, il mio saluto, il mio augurio di buona vita, oggi e nel resto di tutti i giorni dell’anno.
A quelle Donne che combattono,
A quelle Donne che lottano,
A quelle Donne che Amano,
A quelle Donne che soffrono,
A quelle Donne che non si concedono al primo venuto.
Alle Donne che nonostante tutte le difficoltà a cui la vita ci pone di fronte, portano alto il loro nome, la loro storia.
A quelle Donne che non ci sono più, ma restano nel cuore.
A quelle Donne che vivono e vanno avanti con la loro forza, stringendo i denti.
Alle Signore, tali per la loro femminilità, per la loro educazione, per il modo degno con cui affrontano la vita. Mamme, mogli e persone affidabili, sempre pronte a tendere la mano ai bisognosi e non alle signore divenute tali perché hanno fatto lo sforzo di sposare un uomo ricco.
A tutte queste DONNE faccio i miei più sinceri auguri e mi auguro di incontrarne altre sul mio cammino.
Seppur triste, è a voi Donne che voglio dedicare la lettura di questa sublime poesia di Primo Levi. Probabilmente, molte, come me l’avranno già letta e la conosceranno a memoria, ma in un giorno dedicato alla storia, perché non prendere l’occasione di riflettere sulla storia che è stata, insegna e non va dimenticata?
SE QUESTO E’ UN UOMO
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici.
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna
senza capelli e senza nome
senza più forza per ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Baci.
Naly